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è solo un sogno.
Se i sogna insieme,
è la realtà che comincia.
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Giovanni e Iginio Polesello
Una storia italiana
I fratelli Giovanni, classe 1941, e Iginio, classe 1942, sono ancora ragazzi, quando nel 1966 decidono di fondare insieme ad altri due soci, Angelo e Bruno, il mobilificio Maronese, in via Taglio a Maron di Brugnera.
È lunedì 3 ottobre il giorno in cui i quattro giovani, con un capitale di 2.000.000 di lire, iniziano la loro avventura. Sono anni di grandi cambiamenti, quelli che oggi vengono ricordati come “gli anni buoniâ€, quelli in cui si avevano grandi sogni e allo stesso tempo grandi speranze di poterli realizzare.
È lunedì 3 ottobre il giorno in cui i quattro giovani, con un capitale di 2.000.000 di lire, iniziano la loro avventura. Sono anni di grandi cambiamenti, quelli che oggi vengono ricordati come “gli anni buoniâ€, quelli in cui si avevano grandi sogni e allo stesso tempo grandi speranze di poterli realizzare.
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Il valore delle proprie radici
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Lo stretto legame con il territorio è il punto di partenza della storia di Maronese. Negli anni Sessanta, la zona del Livenza attorno a Brugnera, sta rapidamente cambiando aprendosi ad un nuovo assetto industriale.
Ma i valori sono quelli di sempre e i padri li trasmettono ai figli di generazione in generazione: una forte dedizione al lavoro, un innato senso del dovere e una radicata volontà di crescere.
In questo contesto trova terreno fertile l’intraprendenza dei fratelli Polesello ne dei soci Copat e Billot, che trasformeranno la loro operosità in una realtà aziendale riconosciuta a livello internazionale.
Ma i valori sono quelli di sempre e i padri li trasmettono ai figli di generazione in generazione: una forte dedizione al lavoro, un innato senso del dovere e una radicata volontà di crescere.
In questo contesto trova terreno fertile l’intraprendenza dei fratelli Polesello ne dei soci Copat e Billot, che trasformeranno la loro operosità in una realtà aziendale riconosciuta a livello internazionale.
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Non eravamo del mestiere, ci occupavamo di trasporti ed è così che abbiamo iniziato a capire il commercio del mobile e a conoscere i clienti.
Giravamo tutta l’Italia, dalla Sicilia ad Aprica, in alto, verso Sondrio. Ma non si guadagnava molto con questo lavoro e un giorno ci siamo detti: ma perché i mobili non ce li facciamo noi
Giravamo tutta l’Italia, dalla Sicilia ad Aprica, in alto, verso Sondrio. Ma non si guadagnava molto con questo lavoro e un giorno ci siamo detti: ma perché i mobili non ce li facciamo noi
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