Giovanni Polesello Iginio Polesello Bruno Billot Angelo Copat
All’interno di un vecchio edificio di proprietà di uno dei soci, vengono realizzati i primi prototipi di mobili.
Giusto il tempo di terminare il capannone e l’attività si trasferisce in una sede più grande adatta a introdurre macchinari per soddisfare la crescente richiesta di produzione.
Le mogli danno una mano, viene assunto anche qualche dipendente e “la Maronese” comincia a farsi un nome. Nel 1967 i primi modelli di soggiorno vengono presentati al Salone del Mobile Italiano a Milano.
È solo l’inizio di una lunga storia di successo che continua ancora oggi.
Gli affari non decollano subito, bisogna farsi conoscere e far conoscere il prodotto.
I mobilieri pesaresi e brianzoli sono già strutturati in grandi realtà, mentre nel pordenonese le aziende del mobile sono agli albori: per sfidare la concorrenza, la produzione deve essere eccellente.
Escono i primi soggiorni Maronese.
I clienti si soffermano su ogni dettaglio e come prima cosa tolgono i cassetti per vedere se sono fatti a regola d’arte, anzi “a coda di rondine”. I mobili superano la prova qualità, vengono esposti nelle vetrine di tutta Italia e venduti rapidamente. Il lavoro aumenta e Maronese cresce.
Siamo partiti con tanto entusiasmo
e una serie di 50 soggiorni completi.
Ne abbiamo venduto solo uno.
Allora ci siamo messi l’unico vestito della festa
che avevamo e abbiamo ricominciato
a girare l’Italia da imprenditori,
al seguito dei nostri rappresentanti.
I più grossi si aspettavano un nostro fallimento,
invece abbiamo iniziato a vendere cinque/sei
soggiorni alla settimana.
Gli ordini venivano subito ripetuti
ed eravamo contenti
Dopo nemmeno due anni, nel 1968, si rende necessario il primo ampliamento del capannone. È un’azienda giovane: lo sono i soci fondatori, ma anche i dipendenti che mano a mano vengono assunti per far fronte al numero crescente di ordini.
È giovane “Vittoria”, il modello di soggiorno dalle linee semplici, pensato per i nuovi stili di vita che si stanno diffondendo. Gli anni Settanta sono alle porte e accanto ai grandi classici, come Hercules, Maronese introduce il moderno.
Le case sono sempre più luoghi da arredare e spazi da vivere, i mobili non sono più esclusivamente funzionali, devono essere anche belli da vedere.